Studenti sfruttati da morire
PCTO e dintorni: sono ben 12 i ragazzi morti nel 2023, 13 nel 2024 e 5 nei soli primi tre mesi del 2025
PCTO sta per “Persone per le competenze trasversali e l’orientamento”. Parliamo di alternanza scuola-lavoro, la disposizione di legge che permette di trasferire giovani che frequentano le scuole superiori a cantieri, catene di montaggio e campi coltivati per qualche mese. Un tempo era normale per uno studente trovare un lavoro estivo, magari con contratto di apprendistato, e assaporare un assaggio di indipendenza economica. Oggi uno studente deve farlo gratis. Ma il problema maggiore è che il mondo del lavoro di oggi è fatto di precarietà e di sfruttamento più che negli anni 80, e per questo il mancato rispetto delle norme di igiene e sicurezza sul lavoro ne è una frequente conseguenza.
Se il mondo del lavoro odierno è una strage fatta di tre morti al giorno, anche gli studenti sono esposti a rischi che spesso finiscono in tragedie. Secondo i dati Inail, sono 5 gli studenti morti tra gennaio e marzo 2025: una strage che grida giustizia. Un caso eclatante fu il povero Lorenzo Parelli, morto nel 2022 a 17 anni schiacciato da una putrella in un’azienda metalmeccanica. Ma i più muoiono nel silenzio dei riflettori, magari travolti da un’auto mentre consegnavano una pizza in scooter (gratis). Sta di fatto che il Miur ha censito 21 morti tra il 2017 e il 2021, di cui abbiamo avuto notizia solo recentemente. Solo dopo il clamore suscitato dalla morte di Parelli il Governo rispose con l’istituzione di un fondo Inail destinato ai decessi in alternanza scuola lavoro. Non prevenzione o restrizioni di impiego, dunque, ma monetizzazione di giovani vite. Sappiamo quindi che ben 12 sono gli studenti morti nel 2023, 13 nel 2024 e 5 nei soli primi tre mesi dell’anno in corso.
La pratica dei cosiddetti ‘stage e tirocini’ comincia nei primi anni 2000 e si diffonde rapidamente in un quadro di incertezza normativa; tutto ciò nella cornice di un mondo del lavoro in fase di progressiva precarizzazione e deregolamentazione berlusconiana, quando la buona scuola era quella delle tre “i”: inglese, internet e impresa (gratis). Tuttavia, è solo nel 2017 che diventa obbligatorio con la renziana legge 107. La Ministra dell’Istruzione era Valeria Fedeli, ex segretaria nazionale Filctem-Cgil. Presentata come una doverosa “regolarizzazione” della realtà esistente, di fatto l’alternanza scuola lavoro stabilì un numero fisso e obbligatorio di ore lavorative a tutti gli effetti (gratis), senza alcun vero controllo della valenza formativa della prestazione, sottraendo ore alla presenza sui banchi e allo studio. Ma, ciò che forse è più grave, senza alcuna prevenzione nei confronti della giungla dello sfruttamento, e senza vere precauzioni limitative in materia di igiene e sicurezza sul lavoro. Se è vero infatti che ogni singola postazione di lavoro deve essere sicura per tutti, studenti e lavoratori sulla soglia della pensione, non vi è dubbio che il fattore formativo e l’esperienza siano fondamentali, e che talune mansioni potenzialmente rischiose dovrebbero essere catalogate e precluse.
In ogni caso, non si può fare a meno di notare la ripartizione classista tanto in merito alla quantità di ore di corvée da prestare, quanto per il tipo di impiego. 90 ore nei licei, 150 ore nei tecnici, 210 nei professionali. Gli studenti liceali vanno per lo più in uffici, studi professionali e associazioni di categoria. Gli altri in fabbrica o al ristorante. Per quanto ci riguarda, l’alternanza scuola lavoro sarebbe da abolire tout court. Purtroppo, al contrario, successive linee guida e decreti rafforzano e burocratizzano l’istituto. Per le segreterie scolastiche e gli insegnanti la mole di lavoro diventa importante: le convenzioni con le aziende, la definizione del monte ore, certificazione delle competenze raggiunte, e sulla carta anche la sicurezza, perbacco! Ma visti i dati infortunistici, e abbiamo riportato solo i casi mortali perché al momento non è stato possibile reperire nulla riguardo ad infortuni invalidanti, la sicurezza diventa spesso un formale pezzo di carta al pari della pretesa formazione raggiunta.
Ma c’è di più. Lo scorso 21 maggio il Senato ha approvato all’interno del PNRR scuola la possibilità di estendere l’alternanza scuola lavoro ai bienni, laddove è ancora in vigenza l’obbligo scolastico, aprendo le porte di fabbriche e cantieri ai quindicenni che vanno ancora a scuola. Ciò, del resto, è in linea con il generale progetto di quadriennalizzazione della scuola superiore, e prevede anche un aumento considerevole delle ore di PCTO nelle scuole professionali. Estendendolo alla seconda classe, ecco garantito il triennio di preziose prestazioni professionali alle imprese (gratis). Stiamo quindi passando dal tradizionale contratto di apprendistato del settore manifatturiero, che garantiva all’inizio una retribuzione non inferiore al 55-60% del corrispondente livello di inquadramento del ccnl, a qualcosa che si può riassumere così: apprendistato di primo livello senza retribuzione attualmente definito PCTO, apprendistato di secondo e terzo livello con una retribuzione che non può superare il 10% del salario minimo spettante.
Pensiamo dunque alle campagne di martellante retorica a cui siamo stati sottoposti negli ultimi anni e facciamo due più due. La scuola che dà formazione, ma non quella che richiedono le aziende. La scuola vecchia e non in linea con le esigenze del “mercato”. La scuola delle tante cose che non vanno, della carta igienica mancante e dei muri scrostati che non riesce a tenere il passo con la modernizzazione. Due più due alla fine significa lavoro gratis. E ciò che è peggio, dati alla mano, troppo spesso pericoloso e malsano. Ricordiamoci che la disoccupazione giovanile, o meglio un’occupazione giovanile di pessima qualità, non dipende dalla scuola, per quanto bisognosa di risorse e di innovazione e, perché no, anche di apertura al territorio e al mondo dell’impresa, senza però impartire lezioni di sfruttamento. Dipende da precise scelte politiche, e di conseguenza da leggi che danno luogo a precarietà e povertà.
Davide Vasconi
Pubblicato il 1 Luglio 2025