Francesco, un Papa innovativo e reazionario
La morte di papa Francesco ha prodotto fin troppe discussioni e prese di posizioni. Io francamente non sento di avere altro da aggiungere. Non mi sfugge, certamente, il carattere innovativo del suo pontificato su molti aspetti, in particolare contro il riarmo e la pace. È stato, da questo punto di vista, una voce purtroppo isolata ma potente. Un messaggio al mondo, peraltro, impietosamente seppellito ai suoi funerali dall’ipocrisia dei leader mondiali.
D’altra parte, però, non posso nemmeno tacere il fatto che il papa è la massima autorità di una delle istituzioni più conservatrici e reazionarie, soprattutto nei confronti delle soggettività lgbt+ e della autodeterminazione delle donne. Il carattere popolare e innovativo di papa Francesco non mi fanno dimenticare la sua posizione radicale e intollerabile contro il diritto di aborto.
Per questo, non ho molto da aggiungere. Non mi riconosco né in chi lo santifica, né in chi lo vorrebbe tra le fiamme dell’inferno. In fondo, credo che il problema maggiore sia che “morto un papa se ne fa un altro” e il prossimo, piaccia o meno Francesco, potrebbe rappresentare la parte più restauratrice del Vaticano.
L’unica volta che mi sono sentita legittimata a prendere posizione sul papa è quando Landini e altri 5000 delegati e delegate della Cgil andarono da lui in udienza. Decisione che io non condivisi affatto e che, dalle pagine di ‘Micromega’, decisi di criticare pubblicamente. Quello, in fondo, è il mio unico ricordo del Papa che abbia senso citare oggi.
Eliana Como
Pubblicato il 30 Aprile 2025