Quali risposte ai lavoratori dalla vertenza Cgil?

Sarà meglio attrezzarsi rapidamente sulle questioni aperte da tempo nel nostro paese perché sul futuro di milioni di cittadini incombono autentici disastri.
Questa Legge di bilancio in via di approvazione – a proposito: l’avvenuta bollinatura della Ragioneria la possiamo considerare solo una questione marginale? – conferma un percorso di riduzione del perimetro di intervento dello Stato e con essa la progressiva cancellazione dei diritti di cittadinanza riconosciuti attraverso l’erogazione di prestazioni fondamentali.

Per queste ragioni vanno denunciate le intenzioni di continuare con la privatizzazione del servizio sanitario e con l’indebolimento del principio universalistico del sistema.

Le risorse previste del documento del Governo per queste ragioni sono insufficienti e destinate a ridurre le prestazioni gratuite ai cittadini.
Inoltre, appare evidente il rinnovato rafforzamento della svalorizzazione del lavoro pubblico, non soltanto per la decisione di destinare risorse irrisorie per il rinnovo dei contratti – meno del 6% a fronte di un’inflazione che durante il periodo di vacanza contrattuale ha segnato oltre 17 punti percentuali – ma anche per l’accanimento nei confronti delle pensioni di numerose categorie del pubblico impiego, che vedranno decurtarsi i rendimenti previdenziali di centinaia di euro al mese (in alcuni casi l’ammontare delle pensioni può arrivare a 250 euro al mese per pensioni di 1.500 euro).

L’allineamento dell’età pensionabile, così poi determinata dall’articolato della Legge di Bilancio, assesta il definitivo colpo di scure alle tematiche sociali che sembravano interessare il nuovo esecutivo: siamo arrivati ad una proposta che peggiora lo stesso impianto della Legge Fornero.

Ora, di fronte a questo scenario, c’è una deflagrazione del quadro sindacale confederale con le sole Cgil e Uil intenzionate a muovere “battaglia” contro questo provvedimento e con una diversificazione cronologica, geografica e logistica delle stesse giornate di sciopero che rischia di disperdere l’impatto della lotta.

Occorrerà dare forza a questa mobilitazione, anche perché la data dello sciopero del 17 di novembre, per lo stesso pubblico impiego, rischia di risultare ancora una volta inefficace rispetto alle intenzioni di modificare il testo della Legge di Bilancio, oramai a quella data quasi definitivamente cristallizzata.

Eppure le piattaforme votate in assemblea, in quelle che si sono svolte con la presenza significativa dei lavoratori, sembrava davvero ambiziose; per raggiungere solo una parte di quegli obiettivi occorrerà un passo lungo e duraturo.

Tuttavia, su salari del pubblico impiego e tagli alla Sanità ciò che perderemo in queste settimane sarà impossibile riconquistarlo più avanti.
Per queste ragioni tra di noi bisogna dirsi con chiarezza se davvero questa mobilitazione rappresenterà la mobilitazione per tutto il mondo del lavoro e per i cittadini.

Fino ad oggi ciò che è stato perso nei rinnovi contrattuali – in termini salariali e normativi – e ciò che è stato privatizzato nei servizi sanitari, non è più stato recuperato.

Credo che di questo aspetto tutto il gruppo dirigente sindacale debba farsi carico; onde ridare fiducia ai propri rappresentati e anche per chiarire fino a che punto il ruolo del negoziato a livello generale sia ancora credibile e verificabile quotidianamente.

Adriano Sgrò

Pubblicato il 12 Novembre 2023