Il Trump argentino in un paese disperato

L’Argentina è un Paese fallito, senza speranza, col 40% della popolazione sotto la soglia di povertà, un’inflazione al 143% e un governo insolvente. Con una rivolta antipolitica disperata. Gli argentini, delusi dalla politica tradizionale, hanno votato per protesta contro il ministro dell’economia, il peronista Sergio Massa, eleggendo presidente Javier Milei, che, agitando una motosega, dice di essere un guerriero contro lo Stato che non vuole condurre degli agnelli, ma svegliare dei leoni, in una società regolata dalle leggi della giungla, promettendo di distruggere tutto con una rottura radicale.

Ma chi è Milei? Il Trump argentino, una sintesi di tutti i peggiori difetti dei leader polisti di estrema destra. Attore, cantante e presentatore televisivo di successo grazie alla sua esibizione come allenatore di sesso tantrico, è entrato in politica con l’interpretazione del Generale AnCap [anarcocapitalista]: “Vengo da Liberlandia, una terra creata sul principio dell’appropriazione originale dell’uomo… la mia missione è prendere a calci nel culo i keynesiani e i collettivisti di merda, la casta politica di top criminali e ladri”, urlando invettive, insultando e minacciando gli avversari con un linguaggio scurrile.

Il famoso giornalista argentino Martín Caparrós l’ha definito un bugiardo, instabile, fanatico e primitivo, caricaturale e brutale. Qualche mese fa aveva raccontato che Dio in persona, attraverso il suo cane morto, gli aveva annunciato che sarebbe diventato presidente. È un fondamentalista del mercato, ultraliberista, convinto che i rapporti umani passino solo dalla compravendita nel mercato e perciò si considera un minarchico oggi e, in prospettiva, un anarcocapitalista. Ambedue, Milei e Trump, sostengono il laissez-faire economico, ma il minarchismo afferma che uniche funzioni legittime dello Stato, guardiano notturno, sono la sicurezza, i militari, la polizia, i tribunali e le prigioni, mentre l’anarcocapitalismo, elencato fra gli estremismi violenti, vuole l’abolizione dello Stato lasciando tutte le decisioni ai singoli proprietari, col diritto di stabilire delle comunità in cui omosessuali e dissidenti politici possono essere fisicamente rimossi, e tutto viene governato dal mercato. Autorizzando i contratti di schiavitù, il lavoro infantile e il libero commercio di bambini e di organi umani come beni economici, e consentendo ai cittadini di armarsi per combattere la criminalità.

Milei è fortemente contrario alla giustizia sociale (è un concetto aberrante e un furto) e ritiene che le disuguaglianze sociali, di classe e di genere, siano naturali e che il governo non debba cercare di ridurle. Vuole distruggere lo Stato, abbattere la spesa pubblica e abolire i servizi sociali (pensioni, istruzione, sanità e assistenza pubbliche), cancellare i diritti dei lavoratori, privatizzare le prigioni e tutte imprese statali, bruciare la Banca centrale, diffondere i Bitcoin e sostituire il peso con il dollaro USA (ma nella crisi del 2001 la dollarizzazione è stata già fatta ed è stata pagata dai più poveri con una mise-ria di massa), vietare gli aborti e l’istruzione sessuale (un complotto contro la famiglia). Al Capone è uno dei suoi eroi, come benefattore sociale perché, come Gesù, non pagava le tasse. Considera Keynes padre di tutti i mali e intende abolire i ministeri dell’istruzione, salute, sviluppo sociale e lavori pubblici.

Il capitalismo – sostiene – è etico e il socialismo è immorale, nei valori morali socialisti si vedono invidia, odio, risentimento, trattamento iniquo della legge, furto e, soprattutto, omicidio; il socialismo è, sempre e ovunque, un fenomeno che impoverisce, è violento e assassino, tutti coloro che vogliono combattere contro il socialismo a livello internazionale sono i miei alleati; la semplice proposta di mettere la collettività al di sopra dell’individuo finisce per massacrare l’individuo; affermare l’uguaglianza tra noi diversi è un atto che comporta un enorme livello di violenza. Lo Stato è un’organizzazione criminale violenta, che vive rubando alla gente onesta, con tasse prelevate con la forza; quante volte un ladro comune ti deruba in un anno? lo stato ti deruba ogni giorno, continuamente; la società funziona molto meglio senza uno stato; fra la mafia e lo stato preferisco la mafia. Rifiuta l’ambientalismo e gli scienziati, e nega il cambiamento climatico che considera una falsificazione socialista. Nega anche il terrorismo di stato della guerra sporca della dittatura militare argentina, di cui difende il regime, sminuendone il numero delle vittime e dice che c’era una guerra tra un gruppo di sovversivi che volevano imporre una dittatura comunista e le forze della sicurezza che hanno esagerato nelle loro azioni. Degna di tanto presidente è anche la sua Vicepresidente, Victoria Villaruel, figlia e nipote di militari della Giunta golpista, ha studiato antiterrorismo al Dipartimento della Difesa statunitense, è stata l’avvocato difensore dei militari accusati di crimini contro l’umanità e intende riformare la legge sulla difesa nazionale affinché i militari possano operare con maggior efficacia all’interno del territorio nella repressione delle rivolte popolari e che perciò triplicherà le spese militari in un paese economicamente già fallito. 

Milei è un sostenitore della compravendita anche delle istituzioni e, dopo aver chiesto fino a 250.000 dollari per una candidatura sicura nelle liste della sua coalizione La libertad avanza, ora, non avendo raggiunto la maggioranza assoluta nei due rami del Parlamento, per garantire il quorum al nuovo governo ha avviato la campagna acquisti, a cui hanno risposto con entusiasmo svariati salvatori della Patria, che intendono costruire un nuovo Centro democratico per assicurare la governabilità del paese e votare le prossime leggi economiche. Propone cambiamenti decisivi anche a livello internazionale, rilanciando la Guerra fredda. Sostiene Donald Trump e Jair Bolsonaro per la loro lotta contro il socialismo e intende rafforzare i legami con gli Stati Uniti (adottando il dollaro come moneta e sostenendo l’Ucraina) e soprattutto con Israele. Vuol rompere le relazioni diplomatiche con Brasile (con cui era stato stipulato un trattato per l’integrazione del mercato e una moneta comune, e considera la politica di Lula aberrante e con una vocazione socialista totalitaria), Cina (che è il suo secondo importatore, ha sostenuto finanziariamente la Banca centrale argentina e avviato un programma infrastrutturale), Cuba, Venezuela e Russia (che considera ancora comunista!). È contro le istituzioni multilaterali: l’ONU (accusa di marxismo la sua Agenda 2030 e la promozione dei diritti umani) e le sue istituzioni (FAO, OMS, ecc.), Mercosur e BRICS (a cui l’Argentina aveva aderito).

Già fondamentalista cattolico, Milei insulta continuamente Papa Francesco, accusandolo di essere “uno stronzo comunista, l’incarnazione di Satana e il rappresentante del Maligno sulla Terra”, a cui il Papa argentino ha risposto che lui è il trionfo dell’egoismo sul comunitarismo. Il Foglio ci informa che Milei è solo il recentissimo esponente di una dinastia di eretici intemperanti, che da secoli si sbizzarriscono nel dare al malcapitato Papa di turno del porco e del cane, dell’impostore e del sacrilego, traditore della fede. Milei ha dichiarato: “Sto pensando di convertirmi al giudaismo e aspiro a diventare il primo presidente ebreo della storia argentina. Axel Wahnish, rabbino della Comunità Maroc-china Giudeo Argentina (Acilba), lo istruisce quotidianamente sulla Tōrāh, ma la conversione presenta numerosi ostacoli. Un altro rabbino gli ha ricordato che non ci si può convertire per utilità e dovrà operare dei cambiamenti radicali nel suo stile di vita e nel suo discorso politico: dovrà divorziare immediatamente da una moglie non ebrea, mangiare kosher e non svolgere alcuna attività di sabato, perché, mentre un ebreo di famiglia deve seguire pochi precetti, un convertito deve ottemperarne 613 e non può emanare leggi contrarie alla fede. Un avvocato ebreo gli ha ricordato che fin dall’inizio del XX secolo sono proibite le conversioni in Argentina.  Milei ha risposto sarò il primo presidente ebreo eletto. Mentre i paesi del Sudamerica, Argentina compresa, stavano rompendo le relazioni con Israele per i suoi attacchi contro la popolazione di Gaza, Milei vuole andarci nel suo primo viaggio all’estero e, come Trump, spostare l’ambasciata a Gerusalemme, condannata dall’ONU come una grave violazione degli accordi sullo status di Gerusalemme. Molti sostengono che il nome originario della famiglia fosse Mileikowsky, ebreo askenazita, mentre altri lo ritengono d’origine italiana.

Si annuncia un enorme disastro economico e sociale per un paese già martoriato e un fu-turo violento per le intenzioni repressive. Il giornalista francese Pierre Haski prevede che fra un paio d’anni, come tutti gli aspiranti salvatori nazionali argentini prima di lui, si schianterà e brucerà, portando con sé un’altra fetta dell’economia del Paese, il circolo vizioso in cui si trova l’Argentina dovrà essere spezzato, ma non sarà questa volta.

Sull’autorevole International Studies Quarterly è apparso uno studio sulla tendenziale emergenza in occidente d’una Internazionale reazionaria, come movimento ideologico che mira a fondare un nuovo ordine globale autoritario, travestito da democrazia, che rifiuta l’uguaglianza di genere e di classe, i diritti fondamentali, i progressi sociali e le istituzioni multilaterali, adottando una politica estera complottista che cospira su scala globale, per rifondare una politica neoliberista che combatta, in modo inflessibile e non negoziabile, ogni ipotesi di ripresa d’una politica socialista e di lotte sociali come reazione ai disastri fallimentari del neoliberismo.

Occorre riflettere sull’enorme potere di manipolazione dei media, già praticato da Goebbels e suggerito dal Piano di rinascita democratica di Licio Gelli, per la conquista di stampa e televisione da parte della destra, resa oggi assai più penetrante dai social media, specie da X (Twitter) di Elon Musk, punto di riferimento della galassia estremista complottista di estrema destra e sostenitore del candidato repubblicano Ron De Santis. Abbiamo visto l’elezione mediatica di proprietari di catene televisive (come Berlusconi, che ha cambiato l’orientamento politico italiano), attori (Schwarzenegger, Zelensky, Reagan ed ora Milei) ma anche di Bolsonaro, Modi, Biden, Erdoğan e molti altri. Il rapporto individuale coi media ha cancellato le sedi di dibattito collettivo e la capacità di formare un’opinione critica, per discernere vero e falso e alimentare un punto di vista alternativo. Di fronte al fallimento delle destre neoliberiste, globaliste e guerrafondaie, in assenza di una proposta alternativa della sinistra, il voto di protesta consegna la vittoria alle destre fascistoidi più estreme, come anche in Olanda.

La democrazia non è solo una ginnastica elettorale, sempre più schiacciata fra una destra neoliberista, globalista e guerrafondaia, che sta portando il mondo verso un nuovo scontro globale, ed una altrettanto pericolosa destra fascistoide. in un periodo in cui le crisi si moltiplicano e si accavallano occorre rifondare una prospettiva di sinistra antifascista e antineoliberista e ciò passa necessariamente attraverso il recupero di una discussione ed elaborazione collettiva d’una strategia politica capace di proporre di nuovo il sol dell’avvenire, una strada alternativa ugualitaria e solidale, per costruire nelle lotte la speranza in un diverso futuro.

Giancarlo Saccoman

Pubblicato il 28 Novembre 2023