Ex-GKN: un altro mese senza stipendio

Un altro mese senza stipendio alla ex-GKN: mancano quattro mensilità, comprendendo la tredicesima. Nonostante i 43 decreti ingiuntivi approvati da cinque giudici differenti, con altri probabilmente in arrivo. Alcuni dei citati decreti ingiuntivi sono esecutivi e via via, in assenza di pagamento, diventeranno probabilmente pignoramenti.
“Non solo ad oggi non è stato pagato nemmeno un euro di dicembre – denuncia la Rsu – ma nemmeno sono stati inviati i cedolini delle buste paga; non solo i lavoratori non sono stati pagati, ma non si sa nemmeno cosa l’azienda ritiene di pagare loro”.
L’ultima comunicazione arrivata ai dipendenti da Qf, a riguardo, è del 12 gennaio, nella quale l’azienda sottolineava che avrebbe risolto il problema “in tempi ristrettissimi”. E non è finita: perché l’8 febbraio sarà nuova giornata di busta paga, quella di gennaio: 300 famiglie lasciate quindi nel nulla e nel non detto.
“Danno psicologico, morale, professionale a un intero territorio: posti di lavoro bruciati, competenze disperse, un accordo quadro non rispettato, 17.000 voti di una consultazione popolare calpestati”. In questo nulla, resistono il presidio e l’assemblea permanente. Ovviamente attaccate dalla proprietà, “perché sono elemento di chiarezza e di concretezza, in un contesto di estrema opacità”, spiega la Rsu.
Il 20 dicembre scorso il Collettivo di Fabbrica ha presentato il proprio prospetto industriale: “La Regione sta facendo scouting pubblico mentre il Governo è assente e non pervenuto”.
Qf ha la possibilità di raggiungere una cassa integrazione per riorganizzazione, affermano i lavoratori, accompagnandola a un accordo di messa a disposizione dello stabilimento, fugando così il dubbio legittimo “che l’attuale proprietà stia agendo come testa di legno della precedente proprietà”. Sebbene sia stato fissato un calendario di incontri tecnici serrati per stilare tale accordo, “Qf si è sottratta facendo saltare tale calendario: siamo ancora una volta al paradosso, con Qf che piange miseria ma è incapace di agganciare la cassa integrazione, per proprie responsabilità che, evidentemente, non si prende cercando di passare da vittima”.
E a questo punto una domanda sorge legittima: perché un imprenditore ad oggi insolvente non dovrebbe accettare di trattare la messa a disposizione dello stabilimento in piena chiarezza e lasciando ad altri l’onere della reindustrializzazione?
Se lo chiede a gran voce la Rsu: “Abbiamo chiesto un comitato di proposta e di verifica in presenza, tra l’8 e il 10 febbraio, attendiamo risposte: è oramai sotto agli occhi di tutti la condotta di Francesco Borgomeo e della QF che, nonostante si ammanti di concetti come la responsabilità sociale delle imprese e la sostenibilità, nei fatti porta avanti politiche che lo sconfessano in maniera plateale”. Ù
Il Collettivo di fabbrica ex Gkn, sottolinea ancora la Rsu, “ha dimostrato fino ad oggi senso di responsabilità e serietà, difendendo il sito produttivo in maniera tale che non diventi l’ennesimo scheletro industriale in una piana ormai produttivamente decimata dalla crisi, progettando assieme al territorio piani di reindustrializzazione proposti a livello istituzionale, creando una Società Operaia di Mutuo Soccorso come motore e attore del rilancio dello stabilimento”.
“Il limite è stato ulteriormente superato” ed è ora che “QF paghi quanto dovuto, tratti una cassa integrazione collegata alla ricerca di nuovi investitori e si faccia da parte, mettendo a disposizione il sito produttivo alle forze vive e competenti che in questo anno e mezzo hanno saputo progettarne il futuro”.
In mezzo a mille difficoltà, umane, psicologiche, istituzionali, economiche, “proveremo a lanciare una delle sperimentazioni sociali più avanzate: produzioni ecologicamente avanzate, forme di azionariato popolare e tutto quanto saremo in grado di fare”.
Per questo il Collettivo di fabbrica darà il via ad altre due giornate di lotta, l’11 e 12 febbraio, “dove decideremo altri passi: siamo senza stipendio, ma siamo ancora rabbia, orgoglio e dignità”.

Pubblicato il 7 Febbraio 2023