Esselunga, da Milano a Firenze: storie di diritti e di dignità

“Sicurezza e tutele del lavoro” al centro dell’assemblea del 27 maggio alla Camera del Lavoro, organizzata dall’area ‘Le Radici del Sindacato’

“Esselunga è stata tristemente al centro delle cronache giudiziarie per la strage di Firenze: nel cantiere di Campi Bisenzio, durante la costruzione dell’ennesimo ipermercato in un quartiere che tanto avrebbe bisogno di spazi verdi e centri di aggregazione, sono morti Luigi Coclite, Mohammed El Farhane, Taoufik Haidar, Mohammed Toukabri e Rahimi Bouzekri  nell’improvviso crollo strutturale di una trave. I cadaveri erano talmente malridotti che sono stati riconosciuti solo con il test del dna…”.

Così Adriano Sgrò, introducendo i lavori dell’assemblea su “Sicurezza e tutele del lavoro in Esselunga a Milano”, organizzata dall’area ‘Le Radici del Sindacato’, che si è svolta il 27 maggio alla Camera del Lavoro meneghina. “Ma se Esselunga, quale committente, non pare avere mostrato particolare attenzione alla sicurezza e alle condizioni di lavoro di appaltatori e subappaltatori, tanto che alcuni erano addirittura irregolari, come si comporta nei confronti dei suoi dipendenti diretti? Come si comporta nei confronti dei suoi R.L.S.? Quali sono i carichi di lavoro e il carico di stress cosiddetto lavoro correlato?”.

Aggiungendo questi interrogativi, Sgrò è subito entrato nel merito di argomenti complessi e spesso sottovalutati – che riemergono prepotentemente in seguito ad un gravissimo fatto di cronaca nera – e che mettono in luce piaghe diffuse che affliggono, più in generale la grande distribuzione: orari di lavoro prolungati, lavoro festivo e straordinario, molestie, rischi di aggressione, catene gerarchiche spesso fuori controllo e vessatorie.

Nonostante l’invito recapitato da ‘Le Radici del Sindacato’, il segretario generale Filcams di Milano non ha ritenuto di partecipare. Un peccato: ha perso una bella occasione per ascoltare i suoi stessi delegati, dando loro il dovuto riconoscimento e, chissà, forse anche per arricchire se stesso.

Intervenendo in assemblea, Monica Coin, delegata e funzionaria dell’Ispettorato del Lavoro di Venezia, ha riflettuto sull’organizzazione del lavoro quale tema fondamentale della sicurezza: “Appalti e subappalti e lavoro esternalizzato rappresentano un modo per allontanare la responsabilità del datore di lavoro”. Ciò si verifica nella grande distribuzione, nella logistica, così come nelle attività di servizio ordinariamente presenti all’interno del supermercato, dallo stoccaggio e dalla gestione del magazzino, al trasporto, fino all’allestimento finale degli scaffali nel punto vendita. Spesso una vera e propria filiera di sfruttamento. “Esistono fenomeni diffusi ed evidenti – ha aggiunto Coin – di dumping contrattuale, sottoretribuzione e carenza di formazione. Se poi ci mettiamo un pizzico di caporalato, che spesso si compone di persone in condizioni di debolezza, stranieri in scadenza del permesso di soggiorno e lavoratori anziani messi a lavorare in condizioni micro climatiche avverse, o movimentando carichi… il quadro è completo”.

I lavoratori di Esselunga lasciano intendere rapporti aziendali, da un lato con la clientela e dall’altro con i lavoratori non sempre equilibrati o pienamente rispettosi della dignità dei lavoratori stessi. Ad esempio, ciò è emerso con particolare evidenza nel difficile periodo della pandemia, quando la forza-lavoro dei punti vendita è stata sempre “in trincea”, così come il personale ospedaliero.

Va aggiunto, a margine, che la situazione in materia di sicurezza ed ordine pubblico nel comune di Milano – ma non soltanto – per una serie di motivi politico-sociali è in rapido deterioramento. Se a ciò si aggiungono orari di lavoro sempre più prorogati verso la tarda serata, il rischio per la sicurezza del personale, in particolare di quello femminile, aumenta di pari passo con il rischio di rapine e aggressioni, dentro e fuori i punti-vendita. La tutela dell’incolumità delle persone, che l’azienda non può pretendere di delegare semplicemente alle forze dell’ordine, è dunque un tema all’ordine del giorno. Il tutto in un quadro di bilancio e di fatturato, con 9 miliardi di ricavo nel 2023, ogni anno più florido.

Va aggiunto che i DVR, in Esselunga, secondo l’esperienza raccontata da alcuni lavoratori, sarebbero carenti sotto molti punti di vista; ad esempio, le cassiere non sarebbero sistematicamente sottoposte a sorveglianza sanitaria; e, con l’anzianità lavorativa, i carichi della spesa e i movimenti ripetitivi, queste ultime manifestano spesso sintomi importanti, ad esempio a carico delle cuffie dei rotatori o dei tunnel carpali.

 Anche i rapporti con la categoria sindacale, la Filcams, per molti delegati non sempre sono semplici: le ragioni vanno indicate in questioni politico-sindacali che creano spaccature, le quali non fanno certo bene all’Organizzazione né ai lavoratori che la rappresentano.

Pur essendo Milano una città multietnica, non si contano gli episodi di razzismo nei punti-vendita da parte di clienti verso il personale straniero. Certi governi, certi partiti, certe trasmissioni televisive hanno di fatto sdoganato la xenofobia da parte di quelle stesse persone che anno dopo anno si ritrovano sempre più povere e sempre più incarognite.

All’iniziativa di Milano il dibattito è stato profondo, da convegno sociologico, ed è ancora da rimarcare la lucidità con cui le delegate e i delegati hanno affrontato problemi “di tutti i giorni” che incidono fortemente sulla qualità della vita e del lavoro.

Davide Vasconi

Pubblicato il 11 Giugno 2024