A che serve scioperare ad autunno inoltrato?

Vorrei esprimere il mio rammarico per la decisione della CGIL di organizzare lo sciopero in autunno inoltrato: è stato deciso durante la recente riunione dell’assemblea nazionale della Cgil e perciò mi sono schierato ponendo grossi dubbi.
Scioperare in autunno inoltrato comporterebbe infatti conseguenze irrilevanti sull’azione del governo, in quanto la legge di Bilancio sarà probabilmente già stata decisa a quel punto e sarà difficile apportare modifiche significative per ottenere le risorse necessarie per i contratti del pubblico impiego e per il sostegno alla sanità nel paese.
In occasione delle elezioni dei Segretari generali dello Spi e della Camera del Lavoro di Milano, gli scorsi 15 e 16 giugno, Ivan Pedretti e Maurizio Landini hanno evidenziato le difficoltà di fronte al Governo Meloni, che sembra non voler intraprendere un dialogo, avendo deciso di procedere senza ascoltare. Comprendo quindi le motivazioni che spingono la CGIL a intraprendere una lotta forte; lotta che però deve essere determinata e mossa in tempi utili.
Mi preoccupa dunque il momento scelto per lo sciopero: data la probabile già avvenuta definizione della legge di Bilancio, ribadisco che potrebbe essere difficile ottenere i risultati desiderati per il benessere dei lavoratori e del sistema sanitario. Sarebbe stato auspicabile piuttosto cercare di influenzare le decisioni durante la fase in cui le leggi sono ancora in discussione e possono essere modificate.
Sarebbe stata auspicabile anche una mobilitazione da parte della Fp-Cgil per evitare di trovarci ancora una volta, e dopo diciotto mesi di vuoto contrattuale, con risposte deboli per i nostri rappresentati, i cui salari sono stati letteralmente falcidiati dalla inflazione e con una scarsa risposta dello scorso e oramai lontano rinnovo contrattuale.
E’ comprensibile che la CGIL senta la necessità di agire con fermezza e determinazione e sono utili anche le manifestazioni che si sono tenute sabato 24 giugno; ma sarebbe stato preferibile cercare di ottenere il massimo impatto con le azioni sindacali nel momento giusto, quando le decisioni fondamentali per il futuro dei lavoratori sono ancora aperte.
Spero che la CGIL riesca a trovare modi alternativi e strategie efficaci per far valere le proprie istanze, anche considerando le sfide che il Governo Meloni presenta. Un dialogo aperto, per ora, non si è visto e resta ancora di più il convincimento di tanti nostri militanti che l’invito al nostro Congresso della Presidente del Consiglio Meloni sia stato errato e non abbia portato ad alcun risultato.
Spero ovviamente che, nonostante le difficoltà, si riescano a raggiungere gli obiettivi che perseguiamo per il bene dei lavoratori e delle lavoratrici. E spero che la fiducia in noi riposta mantenga la forza del passato.
Adriano Sgrò
Assemblea generale CGIL

Pubblicato il 27 Giugno 2023