GKN, mille giorni di presidio: una lotta per tutti

La vertenza di GKN ha compiuto 1000 giorni di presidio, ma purtroppo non c’è niente da festeggiare. Con 3 anni di lotta alle spalle e oltre 3 mesi senza stipendio né cassa integrazione, la vertenza attraversa una fase molto difficile, resa feroce dalla arroganza di chi rappresenta l’impresa e da chi apertamente tenta di accusare e sabotare il presidio.

Oggi, più che mai, è nostro dovere sostenere questa vertenza, che ha tante ragioni per essere considerata esemplare.

La più importante è la radicalizzazione della lotta, con 3 anni di presidio e assemblea permanente e due manifestazioni a Firenze con decine di migliaia di persone. È questo che ha trascinato tutto il resto, compresa la necessaria tutela legale in tribunale e lo sciopero generale a Firenze poche settimane dopo l’annuncio del licenziamento. Ed è su questa base, la radicalità dei contenuti e dell’organizzazione collettiva, che si è fondata la straordinaria capacità di creare convergenza con i movimenti, con le altre vertenze, con le realtà legate alle fabbriche recuperate e all’associazionismo, con l’università, con il mondo della cultura, della letteratura e del teatro. Il collettivo di fabbrica, in modo autonomo e soprattutto radicale, ha saputo superare la logica del vittimismo e del particolarismo (non hanno mai detto solo: “salviamo GKN”). E’ così che hanno compiuto quello che fino a poco tempo fa sembrava impossibile, cioè che intorno a una lotta operaia e di fabbrica si creasse un intero immaginario di rivolta e riscatto, che mostrasse a tutte e tutti che, nonostante le enormi difficoltà che stanno vivendo e i continui attacchi, è possibile diventare il granello di sabbia in grado di inceppare l’intero organismo.

Eliana Como

Pubblicato il 25 Aprile 2024