Femminismo e sindacato: con Peppino

Il Coordinamento Donne CGIL Palermo sta lavorando per dare alle donne gli strumenti necessari per difendersi dalla violenza, dal precariato e dallo sfruttamento

Ci siamo ritrovati a Cinisi a ricordare e celebrare una figura simbolo di resistenza contro ogni forma di oppressione: un contesto che interpella la nostra responsabilità.

A Cinisi non si può parlare di diritti senza parlare di lotta. Peppino Impastato ha mostrato che la ribellione alla mafia è anche un atto di giustizia sociale. Le mafie opprimono, controllano, soffocano, e le donne sono le prime a pagare il prezzo del silenzio e della sottomissione. Difendere i diritti delle donne, oggi, significa anche smascherare ogni forma di potere patriarcale, clientelare, mafioso.

Le istituzioni e la violenza sulle donne

Le donne, oggi, continuano a vivere in un sistema che troppo spesso le marginalizza, le sminuisce, le opprime. Le violenze che subiscono non sono solo fisiche, ma anche psicologiche, sociali ed economiche. Eppure, le istituzioni, troppo spesso, non fanno abbastanza. I servizi di assistenza e protezione sono insufficienti, la rete di supporto alle donne vittime di violenza è fragile, le politiche di conciliazione vita-lavoro sono quasi inesistenti, e le lavoratrici sono penalizzate sotto molti aspetti, dalla maternità alla sicurezza sul posto di lavoro.

Le scuole, che dovrebbero essere un luogo di educazione alla cittadinanza, alla parità e al rispetto, spesso non sono all’altezza e non per colpa dei docenti che non possono essere caricati continuamente di tutto. Nonostante l’importanza dell’educazione sentimentale e della prevenzione della violenza, gli interventi nelle scuole sono ancora sporadici e insufficienti. La formazione per il personale scolastico è troppo spesso lacunosa e priva di un vero piano organico. Il Ministero dell’Istruzione, purtroppo, non sembra dare la giusta attenzione a questi temi, ignorando il ruolo fondamentale che le scuole potrebbero giocare nel cambiamento culturale necessario per contrastare il patriarcato. Non investe. Ci vorrebbero psicologi ed esperti in grado di fare vera prevenzione. Supporto per alunni, docenti, e famiglie.

Le donne straniere: doppia discriminazione

Un altro capitolo fondamentale che non possiamo ignorare riguarda le donne emigrate, che vivono una doppia discriminazione: quella legata al loro genere e quella legata alla loro provenienza. Le donne migranti, infatti, sono più esposte alla violenza, al razzismo e allo sfruttamento lavorativo. Sono spesso costrette a lavorare in settori precari, sottopagate, senza tutele, con accesso limitato ai servizi sanitari e con una forte esclusione sociale.

Donne con le loro storie di sofferenza e speranza, che arricchiscono le nostre comunità, ma devono fare i conti con un sistema che spesso le considera invisibili. È nostro compito e dovere combattere per la loro integrazione, per la tutela dei loro diritti e per un riconoscimento concreto della loro dignità.

In un contesto del genere, un’organizzazione come la CGIL ha un ruolo fondamentale. La CGIL, con la sua rete territoriale e nazionale, è uno degli attori principali per la difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche per la costruzione di una società più giusta e più equa. La nostra è una lotta che va oltre il semplice rivendicazionismo sindacale. È una battaglia di civiltà, una battaglia contro la violenza, contro le disuguaglianze, contro le discriminazioni di genere e di classe.

Il Coordinamento Donne CGIL Palermo sta lavorando per dare alle donne gli strumenti necessari per difendersi dalla violenza, dal precariato, dallo sfruttamento. Abbiamo formato dei gruppi di lavoro di supporto per le donne, collaborando con realtà locali, associazioni… per creare sportelli di ascolto e di aiuto psicologico per le donne che vivono situazioni di difficoltà. Non solo: stiamo portando avanti una battaglia per l’educazione sentimentale nelle scuole, per creare una cultura di rispetto e di parità tra i generi. Abbiamo denunciato la carenza di servizi e le difficoltà nell’accesso alla salute per le donne e stiamo chiedendo, con forza, politiche che rispondano alle reali esigenze delle donne, delle lavoratrici, delle madri.

Che cosa si può fare?

Possiamo fare molto per i diritti delle donne: tessere alleanze con il territorio, con le associazioni, con chi lavora nella scuola, nella sanità, nel sociale. È quello che stiamo facendo con l’associazione ‘Le Onde’: costruendo insieme uno sportello per donne, con avvocate, psicologhe e volontarie.

Occorre riattivare i presidi sociali: con la mappatura dei consultori, ci stiamo chiedendo quanti siano attivi, dove e come funzionano. Non possiamo difendere ciò che non conosciamo.

Si possono rendere visibili le carenze strutturali: stiamo lavorando anche sugli asili nido non realizzati, in particolare quelli previsti dal PNRR, raccogliendo casi emblematici e tagli orari.

E’ importantissimo proporre una cultura alternativa: stiamo preparando una lettera aperta sull’educazione sentimentale, uno strumento di prevenzione contro la violenza, di costruzione del rispetto.

E ancora: promuovere la partecipazione politica delle donne nei luoghi di lavoro e nella società (stiamo aggiornando il nostro documento politico per rappresentare meglio la voce di tutte); organizzare iniziative culturali e territoriali… dai libri che raccontano storie importanti di donne, fino alle camminate nei quartieri popolari come Ballarò, ma ne faremo altre in altri quartieri. Perché la lotta parte dai margini, e il cambiamento si costruisce camminando insieme.

Oltre alle attività già in corso, il Coordinamento Donne CGIL Palermo può avviare o rafforzare le seguenti azioni, concrete e con forte impatto sul territorio: quindi, cosa deve fare una organizzazione sindacale? Portare consulenza legale, psicologica e sindacale direttamente nei luoghi dove le donne faticano ad arrivare ai servizi. Collaborare con consultori, scuole, centri sociali ed Educazione e cultura: portare nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nella società un’educazione alle differenze, al rispetto, alla libertà di tutte e tutti. Rinforzare le azioni di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, dentro e fuori i luoghi di lavoro. Costituire un osservatorio permanente su diritti e violenze, formando delegati e delegate, creando sportelli di ascolto itineranti, anche nei quartieri più difficili e sostenere le reti territoriali antiviolenza.

Occorre raccogliere dati locali su lavoro, sanità, scuola. Rendere pubblici rapporti semestrali per fare pressione su Comune, Regione e ASP. Costruire reti tra donne migranti, lavoratrici e giovani e Promuovere gruppi di auto-aiuto e formazione interculturale. E’ inoltre fondamentale la presenza e la rappresentanza femminile, promuovendo la partecipazione attiva delle donne nel sindacato, nei tavoli di contrattazione, nella rappresentanza. Perché non c’è giustizia senza voce.

La contrattazione di genere è un elemento fondamentale, per inserire nei contratti clausole che promuovano la parità salariale, il contrasto alle molestie, il bilanciamento vita-lavoro, congedi paritari. Sostenendo inoltre la leadership femminile nei luoghi di lavoro, tutelando la maternità e la genitorialità condivisa, rivendicando servizi pubblici e diritti che non penalizzino le donne quando diventano madri e promuovano una condivisione reale del carico familiare. Creando infine una newsletter sindacale femminista mensile.

Voglio fare un appello agli uomini e alle donne della CGIL: la sorellanza è una chiave di cambiamento. Agli uomini della CGIL voglio ricordare che il femminismo non è una battaglia che riguarda solo le donne, ma riguarda la società. La parità di genere è una conquista che deve vedere coinvolti gli uomini in prima linea, al nostro fianco. Non basta essere alleati, bisogna essere compagni di lotta, co-responsabili del cambiamento. Non possiamo più permetterci di considerare la lotta per i diritti delle donne come una questione separata: è una battaglia comune. Un uomo femminista non è meno uomo: è semplicemente una persona che ha scelto di stare dalla parte della libertà, dell’uguaglianza e del rispetto reciproco.

Alle donne della CGIL, invece, voglio dire che la sorellanza è la nostra forza. Non dobbiamo più fare i conti con la solitudine, con la competizione tra di noi. La lotta per i diritti delle donne deve essere una lotta unitaria, forte. Dobbiamo sostenerci a vicenda, creare reti di solidarietà che possano fare la differenza. La sorellanza è la chiave per costruire un mondo più giusto, dove ogni donna possa vivere libera dalla violenza, dal pregiudizio, dalla paura.

La lotta per i diritti delle donne è una lotta di speranza, perché sappiamo che possiamo cambiare lo stato delle cose. Se lavoriamo insieme, con determinazione, con passione, con solidarietà, possiamo costruire un futuro diverso, dove ogni donna possa vivere con dignità, con libertà, con giustizia.

Il sindacato è forte quando difende chi è più esposto, chi ha meno tutele, e tra questi spesso ci sono le donne. Femminismo e sindacato, insieme, sono una forza trasformativa.

Non dimentichiamo mai le parole di Peppino Impastato: “Si può anche morire per una verità, ma è giusto farlo”. Dobbiamo difendere quella verità, la verità di una società che non deve più tollerare la violenza, la discriminazione, l’oppressione.

Caterina Altamore

Coordinamento Donne Cgil Palermo

Pubblicato il 16 Maggio 2025